Scrive Nina Berberova in “Il corsivo è mio”:
Sono libera di vivere dove e come voglio, di leggere ciò che voglio, di pensare a tutto ciò che voglio come voglio, e di ascoltare chi voglio. Sono libera nelle vie delle grandi città, dove nessuno mi vede, mentre cammino sotto la pioggia scrosciante senza un dove né un quando, mormorando dei versi; sono libera nel bosco e sulla riva del mare in una solitudine benedetta, e nella musica che risuona in me e nella mia stanza, quando chiudo la porta.
Concordo con questa riflessione:
se nel destino di un uomo la libertà è prevista, in quello di una donna è una conquista. Una donna deve lottare prima di tutto contro sé stessa per apprezzarla. Può sembrare retorico sottolinearlo, vagamente rivendicativo, eppure è così. A una donna la libertà può persino fare paura. Quasi fosse l’anticamera della solitudine.